Giallo

Il delitto della montagna

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Due anni dopo il trasferimento ad Asiago, dove comanda la locale sta­zione dei carabinieri, il luogotenente barese Gaetano Ravidà comincia ad abituarsi alla sua nuova vita. Sull’alto­piano vicentino, teatro delle più san­guinose battaglie della Grande Guerra e funestato di recente dalla tempesta Vaia, è alle prese con reati ambientali: un paio di cave di marmo, dismesse da tempo, vengono utilizzate come deposito illegale. Proprio fra quelle pareti di roccia, Ravidà e i suoi uomini trovano, oltre ai rifiuti pericolosi, il cadavere mummificato di un uomo. Mentre si cerca di risalire all’identità della vittima, altre due persone muoiono in circostanze misteriose e apparentemente scollegate tra loro, gettando la piccola comunità nello sgomento. Grazie alle testimonianze, incrociando varie fonti e indagando senza sosta, Ravidà e i suoi collaboratori cominciano a sospettare legami e connessioni tra le vittime e i pericolosi tentacoli della mala del Brenta.

Durante i giorni della merla, con il paesaggio ammantato di neve, il luogotenente e la sua squadra dovranno riuscire a superare la coltre di apparente calma e silenzio nel periodo più freddo dell’anno, per trovare in fretta la verità.

Nella figura simbolica della pernice bianca, che appare più volte nella storia, l’autrice tributa la grande figura di Mario Rigoni Stern, uno dei più importanti scrittori italiani, antesignano ambientalista e narratore sensibile di tutti i contesti storici e naturalistici dell’Altopiano dei sette comuni.